Ecco la recensione critica dell’album di Gaia Gozzi, “Genesi”, ho deciso di fare questa recensione perché Gaia è un’artista che sta acquisendo importanza sul panorama musicale internazionale, ed era la mia preferita tra i finalisti.
1) Chega: La canzone giusta per aprire l’album era questa, una ballad, dal ritornello lento e passionale, con un’introduzione ed un ponte veloce, che sfruttano giochi vocali interessanti. Peccato che la canzone sia in Brasiliano! Ma niente paura, cliccando qui potrete leggere testo e traduzione. “Chega” (“Arriva”) è una ballad bellissima e sentimentale che trasmette la passione dell’artista nel cantarla, ed è molto contagiosa. Mette sia la malinconia che la felicità, questo è l’effetto reale che dovrebbe avere una ballad che si rispetti, con le carte per diventare singolo.
2) Densa: La musicalità ed i testi ricordano un po’ una delle mie artiste preferite, Giorgia. Certo Gaia non mette la voce di Giorgia, ma l’impegno emotivo e l’interpretazione della canzone sono buone. In altri punti purtroppo la canzone sembra piatta, per poi riprendersi come triste ed emotiva. Una canzone che parla di una rottura amorosa, una persona felice che si rattrista. Gaia in certi momenti sembra sul punto di piangere (Non vuole dare spiegazioni, resta sempre ferma in superficie, come chi soffre di vertigini sott’acqua ma non te lo dice). In “Densa” Gaia ci mette l’anima, ma in certi punti la canzone sembra scontata, perché non riesce ad interpretare l’intero pezzo alla perfezione.
3) What I Say: In parte in Inglese in parte in Brasiliano, la canzone è l’unico vero punto debole dell’album, sia perché le background vocali non sono in relazione col resto del testo, sia perché una canzone straniera in un album italiano può starci, ma fondere due lingue e renderla quasi impossibile da capire è un po’ rischioso e azzardato. Di certo l’introduzione è carina, ma il pezzo dura solo 2:46 , poteva anche essere escluso dal progetto, nonostante la musicalità sia buona, in particolare nel ponte, e quello che viene cantato sopra che non ci sta.
4) Mi Ricordo Un Po’ Di Me: Un’altra canzone triste dal sapore di una ballad acustica in certi punti, una canzone molto sofisticata. Con questa musica che ricorda una spiaggia vuota sul mare, sì l’effetto è riuscito, questa canzone dai tratti intimi e delicati è perfetta per l’album. La canzone sostanzialmente è una ballad self-empowerment emotiva, ma il testo è la musicalità la rendono unica e diversa da molte altre del suo genere, è ben curata.
5) Coco Chanel: Mi avete sempre visto refrattario nei confronti della maggior parte del rap, ma questo pezzo mi piace molto, è uno dei pezzi più forti dell’album, che Gaia ha presentato alla finale di “Amici” in modo eccezionale, da vera regina, come ha detto la stessa Alessia Marcuzzi, ed è adatto a diventare il prossimo singolo. È quel tormentone che ascolterei e riascolterei molte volte ( e non è di Katy Perry! 🤣🤣🤣) il ponte è molto forte, “la nostra anima ha no chance” così come anche il primo verso (che parte dopo il ritornello) “Forse è meglio se ci perdiamo di vista, ti chiedo scusa tra noi è stata una svista”. Un ritornello molto dance, l’unica cosa che non ho capito è cosa c’entri Coco Chanel col resto della canzone, ma va bene così. Prossimo tormentone estivo?
6) Fucsia: Un altro pezzo urban-pop, dove Gaia non mette molta interpretazione, ma la sua voce sciatta suona bene sul testo. Bellissima la citazione “The Show Must Go On, The Show Must Go On, The Show Must Go No”, in quel punto si sente Gaia andare un po’alta, ma quando arriva sul “Go No” la sua voce si spezza un po’. Sia come sia la canzone è un buon pezzo che non avrei messo alla fine dell’album però, ma magari avrei invertito con “What I Say“.
7) Stanza 309: Sono sincero non so cosa sia questa stanza 309, e mi scervello a chiedermelo e a cercarlo, ma guardiamo il testo, Gaia ha terminato una relazione, è combattuta, bipolare, non sa dove trovare il suo posto, ma sa che deve ricominciare e passare oltre perché quell’ ex “come quei film di serie B, non meriti”. La conclusione perfetta dell’album di un’artista esordiente.