Sicuramente il momento più importante di “Manifesto”, questa canzone ha una lunga storia alle spalle…
Il brano, scritto da Ligabue, parla di un abuso subito da Loredana in giovane età. La canzone era stata scritta ancora nel 2020, e doveva anche essere cantata da Ligabue ma dopo la sconvolgente verità della cantante nel 2020, Ligabue ha pensato a lei, ha riscritto la canzone e ne è lo scrittore, cedendole la parte cantata. La verità è lo stupro che Loredana ha subito quando era molto giovane, che ha cambiato radicalmente la sua vita, perché non poteva dirlo a nessuno, sarebbe stato una vergogna per lei, e come lei stessa aveva detto, “le avrei prese anche da mia madre”. (Per saperne di più cliccate su QUESTO LINK pubblicato sull’Angolo di Richard il 20 Settembre 2020).
Un episodio terribile, certo, terrificante. E pensare che al giorno d’oggi in molti non lo ritengono un reato, e molestano anche le ragazzine sui social…Orribile e disgustoso.
Queste sono state le parole di Ligabue quando Loredana ha pubblicato il pezzo:
“Per smettere di tacere, serve coraggio, e a te, Loredana, il coraggio non è mai mancato. Grazie per aver dato vita a questa canzone, con tutta la tua voce e con tutto quello che la tua voce contiene e racconta”
Leggiamo il testo della canzone, e capiamo cosa significa DAVVERO smettere di tacere:
TESTO
Sono una di quelle
Di cui forse si parla
A una cena o in panetteria
Poi ognuno ritorna
Alle proprie faccende
Io non ho mai lasciato le mie
Li vedo tutti con altri occhi
Li vedo gli occhi che guardano me
Sono una di quelle
Che qualcuno le guarda
come avessimo dentro
Qualche tipo di colpa ma…
Ho smesso di tacere
E so soltanto io cosa vuol dire
Riprendere a guardarmi prima che sia tardi
E camminare ancora sotto il sole
Sono una di quelle
e lo sono ogni giorno
E ogni giorno mi sveglio così
Il suo fiato puzzava
della bestia che ha dentro
Sono una di quelle sto qui
E vedo tutti con questi occhi
E vedo gli occhi abbassarsi da me
Sono una di quelle
tutta l’acqua non basta
Sono una di quelle
Che tenente nascoste ma…
Ho smesso di tacere
E so soltanto io cosa vuol dire
Sapete cos’è il buio?
Intendo quello vero
È un posto in cui non vedi chi hai vicino
Ho smesso di tacere
E so soltanto io cosa vuol dire
Riprendere a spogliarmi prima che sia tardi
Perché ho deciso che me la saprò cavare
Ho smesso di tacere
Ma so soltanto io cosa vuol dire
Sapete cosa è il buio?
Intendo quello vero
È un posto in cui non vedi chi hai vicino
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Una canzone molto profonda, su questo non c’è dubbio.
Ma analizziamo il testo:
“Sono una di quelle di cui forse si parla a una cena o in panetteria.”
Già, perché spesso le persone abusate diventano fenomeno di argomento, racconti a chi la spara più grossa, passano per poco di buono, puttane. La gente parla chiacchera, e lo fa malignamente, come al mercato… avete presente quando vi si avvicinano quelle persone e vi dicono sottovoce “sai di quella…ah, sì? Eh…Ma non dirlo a nessuno” (tanto lo diranno loro a tutti…) Oppure anche quelle persone che urlano e dicono “Ehi! Sai cosa ha fatto quella lì! Guarda che è una di quelle…” Insomma ci sono diversi tipi di chiacchiere, tutte volte a screditare le persone o farle sentire in colpa, e da qui partono due parti del testo: gli sguardi, e la colpa che la vittima viene indotta a credere di avere (che analizzeremo un po’ più tardi)
“E vedo tutti con questi occhi e vedo gli occhi abbassarsi da me”
Questa parte presa dal secondo pre-ritornello descrive perfettamente la situazione: le persone giudicano, perché sono stupide, e iniziano a evitarti, a guardare in basso, a guardarti anche male, a sorridere con sorrisini falsi e melliflui, ridacchiare. Tutto questo non è una mania di persecuzione, ma quello che fa la gente all’altra gente, ma di cui, se ne parli con qualcuno di sicuro ti dirà: “Ma no te lo immagini!” Ma non è immaginato NULLA di tutto questo.
E tutto questo fa sentire la vittima in colpa, torniamo agli sguardi e al primo pre-ritornello:
“Li vedo tutti con altri occhi, li vedo gli occhi che guardano me. Sono una di quelle che qualcuno le guarda
come avessimo dentro qualche tipo di colpa”
Le persone che vengono perseguitate da sguardi e sorrisini, vengono indotte a credere, a causa di questo, ma anche a causa di quello che dicono loro le persone che dovrebbero aiutarle (“Te lo immagini!”, oppure “Hai le manie di persecuzione, prendi delle medicine”) di avere loro la colpa di ciò che è capitato, che se lo sono meritate, che l’hanno cercata, che l’hanno provocata loro quella “bestia” che le ha stuprate, perché magari erano svestite, o troppo succinte, insomma è tutta colpa loro. Questo spesso porta anche queste persone al suicidio. Anche questa è una forma di violenza; oltre allo stupro, le risate e le parole della gente che non crede, mette in dubbio e ti prende in giro sono violenza psicologica. Ti fanno sentire ancora più vittima.
“Il suo fiato puzzava della bestia che ha dentro. Sono una di quelle sto qui”
La bestia interiore degli stupratori è una cosa palese. Sembrano ai più persone normali, buone, gentili…”Ma va quello lì, è un pezzo di pane! Se ti è successo così tu gli hai fatto qualcosa.” Invece tu non gli hai fatto proprio niente, è lui ad avere disturbi mentali, sessuali, ad essere un mostro, una bestia. Ma Loredana, nonostante tutto dice che sta qui, cioè che non si toglierà la vita per il giudizio della gente, perché ha capito e ha sperimentato sulla sua pelle queste terribili sensazioni.
“Sapete cosa è il buio? Intendo quello vero. È un posto in cui non vedi chi hai vicino.”
E infine questo. Non ci sono solo persone omertose, che ti incolpano o che ridono di te, ma anche persone che ti aiutano, che ti sono vicine, ma che tu non riesci a vedere, a capire. Le persone che subiscono questo sono così stanche delle persecuzioni che subiscono, da diventarne vittime eterne, senza trovare nessun rifugio. Almeno in un primo momento. Loredana ha trovato rifugio nelle sue amiche, i suoi genitori l’avrebbero incolpata, ne era certa. Così, non vedeva chi le era vicino, si sentiva nel buio, senza nessuno attorno…Ma quando ha raccontato il fatto, non solo si è liberata di un grave peso, ma ha anche capito chi sta realmente dalla sua parte.
Questa bellissima canzone tratta di problemi mentali, e verrà inserita nella categoria sui problemi mentali, non potevo inserirla in una puntata a 5, perché è troppo complicata e lunga da spiegare. Voi cosa ne pensate? Vi siete mai sentit* così? Colpevoli di qualcosa che non avete fatto? Questo non dovete dirlo a me, se avete subito uno stupro contattate questo numero: 1522.
Video Live
Nel live si vedono donne con le bocche chiuse da adesivi, con la scritta “help!” (“aiuto!”), donne che piangono e che quando appare la scritta “Speak” (“Parla”) si tolgono l’adesivo e raccontano le violenze che subiscono. Si vedono immagini perturbanti, donne picchiate, piene di lividi, col naso sanguinante.