Recensione Critica “Hold The Girl” Rina Sawayama

Ecco la recensione critica dell’atteso ultimo album di Rina Sawayama!!!

Sono state dette molte cose su questo album. Avrei fatto presto la recensione (sebbene sia già passata più una settimana dalla sua uscita) ma dopo aver letto alcune recensioni in giro, sono fortemente opposto ad esse e irritato.

“Hold The Girl” è un viaggio, un percorso di terapia. I grandi critici musicali, quelli che parlano con le parole tecniche, che io comprendo benissimo, ma non uso perché molta gente non le comprende, e se scrivo in Inglese metto la traduzione in Italiano, parlano di un ritmo anni ’90 banale, di testi banali ecc.

Evidentemente queste persone che hanno lasciato questo giudizio critico – diverso da quello che darò io- hanno sì notato molte cose corrette, ma non tutte. Hanno guardato al successo delle canzoni nelle classifiche, e da lì poi hanno dato un giudizio, a mio avviso. “Hold The Girl” è uno dei migliori album di Rina, ed è giusto che venga valorizzato non promosso con la sufficienza. Io non do mai voti numerici sul blog, proprio perché non sono un grande critico, ma non mi sembra giusto affossare un album solo perché si discosta dal genere del tuo sito e non avvalla il nome, perché magari è più pop che rock. Io ho parlato bene anche di album rap – sebbene il genere non sia il mio preferito- me ne sono occupato, e do a Cesare quel che è di Cesare. Quindi diamo a Rina il GIUSTO compenso per quello che ha fatto. Come intuirete la mia recensione all’album è estremamente positiva, ma non perché sono di bocca buona, ma perché ancora una volta Rina ha saputo reinventarsi, cambiare generi, essere mutevole, eclettica e versatile. E questo conta in buon artista. Ha creato un’opera con molta passione e interpretazione vocale. Vediamo traccia per traccia.

1) Minor Feelings: La canzone, ispirata alla discriminazione rivolta agli asiatici, è l’introduzione all’album, dove Rina si pone la domanda su come dovrebbe sentirsi. Su un ritmo squisitamente pop, che riporta delle persone parlare nella loro lingua per i primi 11 secondi, la canzone incorpora una musicalità asiatica melodica e composta. Si tratta più di una poesia che di una canzone, ma è molto adatta ad aprire l’album, che diventerà man mano più oscuro. Si sente una certa sofferenza verso la fine della canzone, dove Rina parla di come tutti “i sentimenti minori mi stanno distruggendo.”

2) Hold The Girl: Una canzone perfetta!!! C’è la chiara influenza pop degli anni ’90 nella prima parte della canzone nei primi 20 secondi. Questa musicalità permea tutta la canzone, unendosi però anche ad una musicalità più simile ad una coreografia di Gaga nel pre-ritornello, a parti ritmate, a parti blues, quasi gospel e tipiche dell’opera classica che si riscontrano nei violini. Incredibile pensare come un’artista possa ricavare una canzone così potente mischiando così tanti elementi, eppure questo singolo è molto bello, è la title-track ed è da questo pezzo – musicalmente parlando- uno dei più forti del disco, che parte la ricerca di Rina di sé stessa. Ad ogni elemento viene dato il proprio spazio nella canzone, e questo è il segreto per tenerla unita e armoniosa.

3) This Hell: La canzone più rock del disco, con influenze country, è un grandioso party queer, anche se non è la mia traccia preferita, devo ammettere che è una buona canzone, adatta come singolo trainante, per creare un collegamento tra questo album e il precedente. Il riff di chitarra, e il momento in cui dice “wow, that’s hot” sono dei momenti culmine della canzone. Nella canzone si sente l’influenza di Britney Spears a livello di background vocali e sonorità, misto a quello di Gaga e ad un ponte – subito prima del riff – altamente ’90, che crea le condizioni adatte alla parte successiva, e che è un po’ scontato. Sicuramente un buon pezzo rock, nonostante le grandi influenze provenienti dal mondo del pop, ma non troppo pesante.

4) Catch Me In The Air: Una ballad anni ’90, ispirata da musica irlandese folk e da Gwen Stefani, “Catch Me In The Air” è una canzone d’amore che Rina dedica alla madre, ed è estremamente piacevole all’ascolto e ti cattura. Ottima scelta estrarla come singolo, sebbene non sia stata capita da tutti, la canzone è davvero un pezzo portante dell’album. Ha cori maestosi e Rina fa alcuni acuti, che ha dimostrato anche in tour, dato che questa canzone è stata cantata anche durante il tour precedente. La batteria alla fine della canzone è poesia.

5) Forgiveness: Una ballad senza tempo, inizia la parte oscura dell’album, anche se qui è celata, dove Rina non riesce a perdonare sé stessa. La canzone è molto buona, ma estrarla come singolo potrebbe essere un rischio; alcune canzoni simili non sono state capite e anche questa corre questo rischio. Una batteria costante ritma la canzone, che esplode in un pop-country nel ritornello, e ad una grande festività nel ponte. Non vedo l’ora di ascoltare questa canzone dal vivo. Realmente fantastica!!!

6) Holy (Til You Let Me Go): Devo sicuramente scrivere un articolo su questa canzone. La canzone parla di quando Rina frequentava il college di Cambridge, di come si sia laureata in psicologia, sociologia e politica, sebbene lei volesse rimanere una cantante. Questo l’ha resa un bersaglio dei bulli. Si è salvata da quel luogo di “gravi episodi di bullismo” solo grazie ad alcuni suoi amici queer. La canzone ha una melodia britpop, con qualcosa di oscuro, le campane scolastiche trasformate in campane di morte, la musica che va a farsi pian piano più oscura, con la determinazione di Rina ad affermare di essere ancora viva, nonostante come canta lei stessa sia stata martirizzata. Un grido di rabbia, un grido interiore che Rina doveva far emergere. L’outro è quello che le ha detto una sua amica, dopo aver co-scritto con lei questa canzone.

7) Your Age: Un pezzo rock con influenze rap, ma più oscuro della sua più nota “XS”, dove Rina spiega che odia suo padre per quello che ha fatto abbandonandola quando aveva l’età che lei ha adesso. Il pezzo contiene background vocali quasi fastidiose, e gioca molto sulla sperimentazione e sulla sopportazione che può dare nell’ascoltatore. Servono almeno due ascolti per amarlo, anche perché ad un primo ascolto è un pezzo inquietante. Qui inizia la discesa verso la parte più oscura dell’album.  Rina ha osato sperimentare, però il risultato è riuscito quasi perfettamente.

8) Imagining: La canzone ha delle parti urlate, ma la cosa che non mi piace del pezzo, che è davvero molto bello a livello di testo, è la parte vocale velocizzata elettronicamente. I synth e il resto rendono questo pezzo troppo pesante e oscuro. Il ponte, dove la voce di Rina, torna normale, sembra la parte anormale nella canzone ma in realtà è l’opposto. La conclusione spinosa e da drogati parla dell’oscurità nella mente di Rina, ma anche di quanto la canzone sia stata malcostruita.

9) Frankenstein: Uno dei miei pezzi preferiti, insieme a “Hold The Girl”, “Forgiveness” e “Hurricanes”, questa canzone molto oscura ha dei rimandi croccanti alla musica anni ’90, e ad un tipo di musica utilizzata soprattutto nei film, croccante come i pop-corn che si mangiano guardandoli. L’oscurità la percuote, ed è proprio questa parte oscura e il tono grave e appassionato di Rina a rendere la canzone così magica. Sembra realmente disperata, il cupo della canzone emerge dalla sua voce. La parte finale ha una musica ansiogena ad effetto! Unico!

10) Hurricanes: Una canzone molto bella, che prende ispirazione nella musicalità dalle prime cantanti degli anni 2000 e sento un po’ della musica della “vecchia” Beyoncé, quella durata fino a 4 (compreso) e che mi piaceva. Questo singolo, che è l’inizio del processo di guarigione è un pilastro senza il quale l’album non potrebbe esistere, non per niente è stato estratto come singolo, col video pubblicato lo stesso giorno di uscita dell’album. Serviva una canzone che rimettesse in contatto Rina con una parte più chiara di se stessa e con Dio per trovare l’inizio della matassa da sfilare che parte da “Hold The Girl”. Musicalmente parlando la canzone è un vero ciclone pop, vocalmente intensa dove Rina dimostra la sua bravura a cantare sugli alti.

11) Send My Love To John: Una lettera che la madre scrive al figlio gay, amico di Rina, dove la madre gli chiede scusa e gli dice di amarlo. Un pezzo che non ha molto a che fare col resto dell’album, ma che è una ballad acustica vintage da ballare, veramente frizzante. Serviva un interludio al viaggio di Rina, una pausa.

12) Phantom: Una canzone che ricorda Taylor Swift ed il folk, “Phantom” è stata estratta come quarto singolo. Un pezzo che ricollega la fine effettiva dell’album a “Hold The Girl”. Nella canzone, infatti, Rina trova sé stessa, finalmente, si chiede scusa per le promesse infrante, e si capisce. Il riff di chitarra che ha funzione di ponte è epico e rende il pezzo più vivo; la batteria che tiene il costante ritmo della canzone è già stata sentita in altri pezzi dell’album, ma abbiamo capito che per alcuni pezzi, è fondamentale. Altrimenti sarebbe troppo “fantasma” davvero, e non avrebbe un suo posto nell’album. Invece così ce l’ha ed è anche molto molto orecchiabile e apprezzabile. Perfetto.

13) To Be Alive: Ecco la conclusione dell’edizione standard dell’album. “To Be Alive” è una canzone dove Rina inizia a vedere positivamente tutto quello che ha intorno e riscopre cosa significhi essere viva. Ha mantenuto viva la promessa fatta in tour, dove diceva che quest’album sarebbe stato ancora più passionale e ispirato del primo. La canzone è viva, è un inno a vivere, e dopo l’oscurità terminata con “Hurricanes” diventa la perfetta conclusione dell’album, che è un processo di guarigione, dove Rina ha sperimentato diverse musicalità e diversi generi.

EDIZIONE DELUXE GIAPPONESE:

14) Flavour of the Month: Una canzone squisitamente sessuale, Rina ha ritrovato se stessa, ma questa canzone è separata dal resto dell’album. Basata su una musicalità delle prime ere di Lady Gaga (The Fame, The Fame Monster) con dei versi cantati con una voce…passatemi il termine…”ventriloquata” alla Britney Spears, la canzone è abbastanza piacevole, nonostante i primi secondi da film western, ma è nel testo che Rina cade. Dopo un’album di meravigliosi problemi mentali e alla loro guarigione, Rina conclude l’edizione deluxe con una traccia sessuale, che non a che vedere con l’album. La traccia è bella, apprezzabile, è nel contesto in cui è inserita che non ha senso. Troppo commerciale, troppo alla Britney, alla Gaga, all’Ariana Grande e Doja Cat per Rina. Non che io disprezzi queste artiste, ma lei non è loro, ha una sua identità, e se anche volesse cambiarla dovrebbe farlo nel prossimo album. Qui una canzone dove conclude “io non sono come le pu**ane vaniglia” con un riferimento alle donne bianche, che è anche abbastanza offensiva, non ci sta. Dopo un album in cui mi parli di sofferenza, di te stessa, salti fuori dicendo quattro frasi sessuali scontate per vendere l’edizione deluxe limitata? La canzone è bella, ma non ha a che fare con l’album, sembra fatta solo per vendere l’edizione deluxe giapponese all’estero, considerando che i quartieri del piacere in Giappone – dove ci sono le Geisha- non sono così dissoluti, una Geisha non deve solo fare sesso con l’uomo, ma anche intrattenerlo, fargli il tè ecc. quindi non capisco proprio anche perché rilasciarla solo in Giappone. Un mistero. Traccia bella musicalmente, povera testualmente per Rina Sawayama, ma venduta e un po’ falsa.

Fatemi sapere cosa pensate di questa recensione in un commento, e se siete d’accordo con me. Fatemi sapere tutti i vostri punti di vista sui pezzi!!!

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