5 Artisti versatili in più generi 2

Questa è la seconda parte di una rubrica dedicata ad artisti che hanno sperimentato diversi generi, dimostrandosi estremamente eclettici e versatili. ATTENZIONE! NON È UNA CLASSIFICA!

Fergie

Fergie è una cantante a tutto campo, capace di cantare l’Inno Americano con molta emozione e trasporto, e la sua voce è molto mutevole, riesce a passare – mentre canta l’inno- da un tono alto ad un tono basso in breve tempo, oppure da un tono basso ad uno alto improvvisamente; sempre durante l’inno utilizza un tono di voce deciso e contrito al contempo, dimostrando la sua grande espressività nel canto. I suoi pezzi non sono mai banali: in “Love Is Pain” si sentono la sua tristezza e il suo dolore, così come in “Love Is Blind” si sente perfettamente il fatto che lei sia pazza; sia dai testi sia dall’interpretazione. Inoltre proprio in “Love Is Blind” canta su melodie R&B con facilità, per poi passare ad un ritornello stucchevole ma raffinato, “don’t leave me, don’t leave me alone” canta, sapendo alternare alti e bassi, e bassi e alti. Infine nel ponte di questa canzone, dove esprime anche rabbia, canta con una velocità tale delle parole anche abbastanza inusuali, e non solo in Inglese, da sembrare una mitragliatrice…Ma si capisce quello che dice, nonostante il suo super-rapido rap nel pezzo. Già con “Shut Up”, quando era ancora nei Black Eyed Peas, Fergie dimostrò di avere un timbro vocale metallico e malleabile, ma anche molto forte, sa andare alta, sa tenersi sugli alti senza essere banale. In “Rock That Body”, nonostante i synth che le cambiano la voce, risulta molto autentica, e canta con molta naturalezza, passando da una voce normale ad un synth in modo camaleontico e rapido. Nel pezzo “Enchanté (Carine)” che canta col figlio, dimostra che anche suo figlio è bravo a cantare, e adatta la sua voce a quella del suo stesso figlio, senza metterlo in ombra, in una parte cantata insieme. Il pezzo è molto dance, ma Fergie sa adattarsi perfettamente alla musica un po’ ossessiva, rendendola piacevole, inoltre il ponte è una sorta di rap con elementi pop, e Fergie mantiene la sua autentica vocalità. “Fergalicious”, uno dei suoi pezzi più Pop, e il cui video ha sicuramente ispirato anche “California Gurls” di Katy Perry, la cantante sa passare da una melodia all’altra in modo sicuro. “London Bridge” sia nella clean version che nella versione esplicita, mostra una Fergie imponente, con un brano dove rappa su una melodia pop, e mantiene un timbro vocale riconoscibile e alto, nonostante gli imponenti cori. In “Karnivore” canzone scartata dal suo album “Double Dutchess”, Fergie mostra di saper unire il rock e una linea melodica più hip-hop, usando come collante la sua voce pericolosa, seducente e furiosa sul pezzo.

Shakira

Shakira ha dimostrato di saper cantare pop, rock, rap, hip-hop e anche in diverse lingue; non solo Spagnolo e Inglese, ma anche in Francese, Portoghese e Africano.

Il suo album che preferisco “Sale El Sol” è un magnifico Pop, dove Shakira parte con la title-track, arriva a “Gordita” un pezzo trap, dove insieme ad un rapper canta in modo veloce e spigliato, rap. Nella traccia “Devoción” dimostra la sua grande espressività vocale anche in Spagnolo, risultando non banale e latineggiante, ma cantando su una base musicale per una canzone Inglese in Spagnolo, in modo addolorato e appassionato al contempo. In “Addicted To You” passa dall’Inglese allo Spagnolo, e da momenti veloci (ma non rap) a momenti più lenti con una facilità paragonabile ad uno schiocco di dita. Non per niente i Black Eyed Peas hanno fatto diverse collaborazioni con lei; ha lo stesso carisma di Fergie e sa sostituirla molto bene. Ha saputo trasformare “Empire” in un pezzo quasi hard-rock dal vivo, e il suo singolo con Bizzarap “BZRP Vol.53” dove dissa senza mezzi termini Piquè, mostra che avrebbe potuto avere una carriera migliore di quella di Nicki Minaj, in una rap latino che non diventa mai banale. In “Don’t Bother” alterna parti cantate ad acuti, e parti parlate a parti più alte, improvvisamente, dimostrando la sua versatilità. Come se questo non fosse abbastanza, sa suonare la chitarra e la batteria.

Katy Perry

Altra artista molto versatile, diciamo che Katy Perry è un po’ come il vino, migliora col tempo. Negli anni ’90 – primi 2000, quando faceva solo musica Cristiana, aveva una voce simpatica, ma nulla di più. Le note alte le tocca per la prima volta nel 2010, con “Firework”, ma anche in questo caso, nei live fa un po’ di fatica, anche se non molta. Col Prismatic World Tour dimostra di saper cantare benissimo e di trovarsi a suo agio anche su note alte, specialmente nella parte di chiusura, dove canta proprio…”Firework”! Malleabile, canta le canzoni sempre in maniera diversa. Dal vivo rende canzoni Pop un po’ monotone come “Swish Swish” una festa; sa inserire acuti ovunque, e regolare tutto il personale sul palco con dei “c’mon!” o “let’s go!” Che lei non solo si diverte a cantare e gridare, per eccitare il pubblico, ma le servono anche per dare precise indicazioni alla sua band. Katy ha fatto anche esibizioni rap, cantando canzoni come “Ni**as in Paris” senza difficoltà, e ha fatto da hit-woman a Missy Elliott durante il suo Superbowl nel 2015, dove Missy era ospite. Sa passare da tonalità basse a tonalità alte scalando gradualmente, oppure piantando un pilastro. Canta in tonalità alta, urla “C’MON!” e passa ad una tonalità più bassa subito dopo. Canta in tonalità bassa, urla “LET’S GO!” per scaldarsi la voce, e passa rapidamente ad una tonalità alta. Ama fare versioni rock delle sue canzoni; nel 2001 ha inciso una versione rock per “Last Call”, ha cantato live una versione rock di “California Gurls”, e per il suo primo album, ha inciso una versione rock di “I Kissed  A Girl” e una di “Hot ‘N Cold”, quest’ultima commercializzata come singolo, ed esibita live in diverse occasioni. Ha registrato una demo rock di “E.T.” che ha cantato live al Witness: The Tour, e dove ha dimostrato che la sua voce suona come lei vuole farla suonare. In “Into Me You See” riesce a modulare la voce, mantenendola in diverse tonalità basse, ma alcune più basse e altre meno tutto il tempo, per poi esplodere in tonalità alte. Dal vivo poi, questo brano diventa una bomba. In “Pendulum” si adatta ad un coro gospel, e anche qui, soprattutto dal vivo dà molta felicità. In “Harleys in Hawaii” esegue un acuto incredibile, così come è capace di cantare l’intera canzone su note alte, e, infine, ha una grandiosa espressività e emotività che riesce a trasmettere vocalmente.

Rihanna

Anche se è molto difficile capire quello che dice quando canta, soprattutto nei suoi ultimi tre album, Rihanna ha saputo adattarsi ad una musicalità R&B caraibica, quasi latina, nel 2005, con “Music of the Sun” ad una più pop nel secondo album “A Girl Like Me” del 2006. Sfonda negli anni successivi col suo album “Good Girl Gone Bad”, dove le hit “Umbrella”, “Don’t Stop The Music” e “Disturbia” sfondano. Registra anche una versione acoustic di “Umbrella” molto emotiva, che ha fatto piangere molti/e fan. Nel 2009 si ripresenta sulle scene con una musicalità completamente rock, lanciando il singolo “Russian Roulette” e poi “Wait Your Turn” e ancora “Rockstar 101”. Sa adattarsi anche al rap, ma questo lo dimostra sempre nel 2009 con l’album “Rated R” nelle hit “Hard” con Young Jeezy e “Rude Boy”, ma lo dimostrerà anche in seguito con “Bitch Better Have My Money”. Con “G4L” canzone dal cui testo emergerà il nome del suo fanbase, Rihanna Navy, dimostra di alternare il pop al trap al rock in un solo pezzo. Con “Breakin’ Dishes” dà prova di saper cantare in modo molto emotivo e furente. Sa anche abbassare il suo tono vocale, per duettare con Britney Spears nel remix di “S&M” e dà prova di saper mantenere viva la musicalità urban con “ANTI” ma dando una diversa vocalità alla stessa in molte canzoni, quali “Needed Me”, “Love On The Brain”, “Desperado”. Sa anche fare una voce acida, cattiva  abbastanza dispettosa specialmente in canzoni sessuali come “Sex With Me”. L’album “Loud” del 2010 la consacra al Pop, e inizia a tirare fuori pezzi in cui va alta, come “Complicated”, o la solo version di “Love The Way You Lie, Part II” che canta dal vivo. Col brano “American Oxygen” si è esibita in una perfomance A Cappella molto recitata, dove comunque riesce a trasmettere emozioni. Sa anche eseguire ottime coreografie. Ma un punto di perdita ce l’ha, infatti in molte canzoni dei suoi album, risulta priva di emotività. Se canzoni come “Drunk On Love” o “Fool In Love” dimostrano la sua grande capacità espressiva, “Cockiness (Love It)” e “Red Lipstick”, solo per fare degli esempi dallo stesso album del 2011 (“Talk That Talk”) sono prive di emozioni, piatte. Rihanna è molto versatile, ma alle volte monocorde.

Orlvndo

Concludiamo con un artista maschile e italiano; Orlvndo. È passato attraverso molti brani: grande cantautorato in “Vita”, Pop in “Ferma”, in “Azkaban” dimostra di avere ottime doti vocali. Da giovane – ho scoperto non con molta facilità – ha vinto dei concorsi, anche grazie al brano “Muovilo”, giovane, fresco, divertente e radio-friendly. Passa poi a degli atti freestyle di rap abbastanza duro, che devo dire non è così eccitante, ma dimostra di saper cantare benissimo anche su note rap. Con “Sound” ha dimostrato di sapersi adattare a musicalità più rock. In una serie di singoli lanciati tra il 2021 e il 2023, precursori del suo prossimo album, dimostra di saper cambiare genere: un pop-R&B con “Universo”, una canzone piano-bar chiamata proprio “Piano Bar”, dove alterna alle melodie del pianoforte delle parti più rapide, rendendo il pezzo eccitante, con “Post Partum” torna a fare il rap, “Dopo di Te” – specialmente dal vivo- dimostra la sua vulnerabilità vocale, che è un punto di forza: vulnerabilità perché può sfociare in una voce quasi femminile quando fa il falsetto o la canta in modo Acoustic, ma anche resilienza. “Oh Mama” dimostra che sa destreggiarsi in canzoni in parte Pop in parte rap. Anche lui –  come Rihanna- ha il problema che è difficile da capire quando canta, alcune parole almeno, ma era una cosa che non aveva ai primi tempi, è iniziata più recentemente. Nonostante questo, il suo ultimo singolo “Just Eat”, dove incorpora al termine della canzone un jingle televisivo, è un pezzo giovane e fresco, con una grande riflessione dietro la sua ispirazione. Rapido, emotivo, può essere interpretato in vari modi. Molleggiato nel pezzo “Anima Mundi”, Orlvndo è sinonimo di malleabilità, versatilità e mutevolezza, un ottimo esempio di cantante della Generazione Z che ha appreso dalle generazioni precedenti, che non fa musica tanto per fare e che sa come imporsi sulle scene senza problemi.

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