Vediamo altre 5 canzoni che parlano di problemi mentali!!!
Sono molto felice del vostro supporto a questa rubrica, spero che anche questa puntata sia di vostro interesse! Fatemi sapere i vostri pareri sulle canzoni nei commenti!
Insatiable – Sister Teeth
La cantante va ad una festa dove sperava di non farsi notare, e si innamora per la prima volta. Ma per lei non è un sentimento bello, ma negativo, che la fa star male, le dà ansia. Sister Teeth al contempo però è “insaziabile” dell’amore e ne vuole sempre di più, sebbene questo la porti a star male. Si comprende per tanto che la cantante ha paura, perché è in grado di ricevere affetto ma non di darne, pensa che il suo corpo possa essere un problema (dimorfismo?) è ansiosa e teme molto il giudizio altrui, tanto da pensare di passare come insignificante (complesso di inferiorità) ma quando sente l’amore capisce che lei non è poi così insignificante. “Anima della festa. Chi se ne frega dei miei occhi, dei miei occhi? Non voglio essere timida, ma tesoro non potevo. Gestisco l’insicurezza selvaggia. Entro nella vita, sono appena entrata nella vita” dice facendo riferimento al fatto che l’amore la fa sentire viva, come se lei fosse stata morta, un guscio privo di sentimenti. L’insicurezza e l’ansia però la dominano, anche se lei tenta di gestirle: “Seduta in modo spaventoso ho detto al mio petto che devo stare bene, devo stare bene (così male)
Odio ma voglio così tanto tutto il tempo, tutto il tempo […] Non voglio i tuoi occhi su di me (ma lo voglio, ma lo voglio-voglio) Non voglio sentirmi in fiamme (ma lo faccio, ma lo faccio)” Fanno intendere che anche se è stata timida ora si sente in subbuglio con se stessa, vuole e non vuole al contempo, una bipolarità affettiva. “Non salverò, lo so perché non lo so. Non sono sicura. Spero solo non soffocherò, perché lo voglio, sono onesta.” La sensazione di soffocamento è dovuta all’ansia, e onestamente lei preferisce – alla fine della canzone – non innamorarsi, ma cedere il posto alla paura e all’ansia, e morire soffocata. Al contempo spera di no. Questa strana bipolarità, insicurezza, ansia, complesso di inferiorità e un probabile dimorfismo, che abbiamo visto nella sua canzone precedente “H8 Myself” (puntata 33) e nella canzone di Tate McRae “She’s All I Wanna Be” (puntata 25) fanno di Sister Teeth una delle cantanti con maggiori problemi mentali evidenti.
Special (Remix) – Lizzo feat. SZA
Già la solo version tratta di problemi mentali, ma anche il remix con SZA, nel verso proprio della cantante ospite, che afferma di essere sociopatica: “Stamattina mi sono svegliata con qualcuno che mi giudicava, nessuna sorpresa che mi giudichino, non so chi dovrei essere. Mi sto solo comportando male, sono pressata come un ca**o e non chiedo mai scusa, trovata alla fine, posso farlo solo per me. Tu lo chiami sensibile e io lo chiamo superpotere. Ti piace l’empatia, perché pensi che ti dia potere. Tutto quello che so è che solo Dio può giudicarmi, non nascondo il mio cuore, lo indosso su di me.” La sociopatia è la mancanza di empatia, di rimorso e vergogna. E SZA afferma questo: non chiede mai scusa per quello che fa, quindi non ha rimorso, non ha empatia, e non si vergogna di nulla, solo Dio può giudicarla. Questa sua mancanza denota chiaramente che – se lei fosse realmente così – sarebbe probabilmente una sociopatica. I sociopatici non sono cattive persone, ma sono praticamente prive di emozioni. Ad esempio se dovesse morire la madre di una persona loro amica non proverebbero tristezza, proprio perché privi di emozioni vere e proprie. Con questo però, ci tengo a sottolinearlo, non intendo dire che i sociopatici siano cattive persone, anzi. Solo che non hanno emozioni.
Please Don’t Leave Me – P!nk
Nella canzone P!nk vuole impedire che il suo fidanzato la lasci. Il video, ispirato dal film “Misery non deve morire” del 1990, ispirato a sua volta dal romanzo “Misery” di Stephen King del 1987 mostra P!nk creare una trappola al suo uomo, per ferirlo ed impedirgli di andarsene di casa e restare con lei per sempre. Ma lui non la ama e vuole scappare. Dopo essere stato gettato contro le bambole, in qualche modo soddisfa P!nk che si addormenta, ma al suo risveglio vede l’uomo fuggirle. A quel punto impugna un’ascia e tenta di ucciderlo, della serie “o mio o di nessuno”. Lui si rifugia in bagno e le spruzza dello spray negli occhi, facendola cadere nella stessa trappola che lei aveva posizionato sulle scale, facendola precipitare. Riesce così a chiamare i soccorsi e a fuggire. P!nk al termine del video, mentre è a terra, mostra un sorriso folle e invia un bacio.
Ghost Again – Depeche Mode
Ispirato dal film “Il Settimo Sigillo”, noto anche come “La Morte Gioca a Scacchi”, il singolo “Ghost Again” è anche il lead-single di quello che si preannuncia essere un album interessante: “Memento Mori” dal latino “Ricordati che devi morire”. Ed è una cosa che tutti, chi più chi meno, purtroppo ricorda. Ma per molti è una paura, una fobia. Ci sono persone che hanno paura di vivere, perché temono di poter morire da un momento all’altro. La paura della morte, nota come tanatofobia è quella espressa nella canzone. Nel testo ci sono frasi come “Amanti alla fine sussurrate che saremo di nuovo fantasmi.” L’angoscia provata nel video, e la visione di una strana entità si rifanno alla tanatofobia, che ha questa descrizione nel dizionario: “Paura morbosa della morte, che può insorgere in seguito a traumi subiti o per motivi nevrotici; anche l’impressione costante di morte imminente. Nei soggetti tanatofobici tutto ciò che ha riferimento, anche lontanamente con la morte è causa di angoscia.” I Depeche Mode suggeriscono agli amanti di sussurrarsi l’un l’altra che un giorno moriranno…Frasi romantiche per tanatofobici. Associano anche la domenica, un giorno di festa, e nella religione Cristiana della messa per eccellenza, a una festa, sì, però della morte: “Le domeniche risplendono per fodere
d’argento, ore senza peso. Tutti i miei fiori.” Sono ossessionati dalle bare, dalle lapidi, hanno bastoni con teschi e si comportano da morti già da vivi: oltre ai visi segnati, Martin L. Gore canta con le spalle su una lapide, e il viso è terrorizzato, perso nel vuoto, nella paura della morte. David Gahan invece cammina a quattro zampe, come uno zombie, e si aggira per il cimitero, come se cercasse di abituare la versione di se stesso vivente alla sua futura morte…
Broken Machine – Nothing But Thieves
La canzone caratterizzata da balbuzie e un sound tetro, parla di come una persona viva si senta morta per un suo problema mentale, la depressione. Ecco cosa dice Genius del ritornello: nella prima metà del ritornello, [il cantante] suggerisce modi per riparare una vera macchina rotta. Nella seconda metà contrasta questo discutendo di come le persone “rotte” siano spesso trattate come macchine che devono essere riparate. A volte può sembrare che i professionisti vedano i loro pazienti come qualcosa da cercare di riparare meccanicamente attraverso i farmaci e la terapia della parola, in modo simile a come un meccanico proverebbe a riparare una macchina.” Nei testi inoltre parla di luci che si offuscano, forse la memoria, e di un disco che continua a girare, che potrebbe essere la mente, che gira all’interno di un corpo sofferente, provocando dolore allo stesso attraverso pensieri insani di salute mentale. “Sono solo una macchina rotta anche se il disco può girare tutte le mie luci si sono spente sono diventate
opache. Sono solo una macchina rotta, non quello che ero, sto perdendo il controllo. Ora è il momento di andare”. Qui non c’è nessuna paura della morte, viene vista come una liberazione, ma è difficile capire se il protagonista voglia suicidarsi, sicuramente non ha più alcuna voglia di vivere, e sente che non può essere in alcun modo riparato. “Ehi, sono una macchina rotta, posso fare qualsiasi cosa, non ho niente da nascondere, ora comincio a sognare, sono una cosa meccanica, con uno strato di me*da e niente mi preoccupa ora.” Insomma si sente realmente qualcosa di meccanico, una macchina che può solo essere rottamata, ma al contempo soffre come un umano, gli è rimasto qualcosa di umano, “lo strato di me*da”, che non può di certo appartenere ad una macchina. Il soggetto si sente proprio un oggetto, un malato mentale considerato come malato, come un numero, come una macchina, e da qui una macchina rotta. Non vede via di uscita, nonostante sia giovane, associa la sua morte interiore e psichiatrica alla morte esteriore. Questo oggettivarsi (non nel senso della concretezza, ma nel senso di rendersi un oggetto) manifesta un profondo stato di depressione, quasi irreversibile. Non è un caso nemmeno il video: i suoi colori sono il nero (il colore del lutto) e varie scale di grigio, nei vestiti della band. Il grigio è il colore della depressione, e il nero della morte. Una persona depressa che si associa al nero è una persona che difficilmente può essere recuperata dal suo stato depressivo. Le balbuzie stesse, e continue nella canzone, non indicano una persona che balbetta, ma un malfunzionamento. Come le macchine non parlano, allo stesso modo il soggetto non riesce ad esprimersi correttamente, perché si considera un oggetto. Associa però il tutto al fatto che comunque in lui c’è “uno strato di me*da”, di conseguenza sa di avere ancora un qualcosa di umano, è la cacca è l’unica cosa che gli permette di esprimersi correttamente. Una situazione da manuale davvero terribile.
Carmela
18 Feb 20231- inquietante
2- bella
3- in effetti si vede il riferimento… bella comunque
4- mi piace molto devo dire, sia la canzone ma il video pur essendo perturbante è fatto molto bene
5- quel “ooooo” è da carillion horror, ma la canzone mi piace un sacco
Prossima puntata classifica aggiornata…
c’è anche la playlist spotify da aggiornare…
(comunque i Gallagher mi sono mancati)
RichardSunGlasses
18 Feb 2023Immaginavo che i Gallagher ti sarebbero mancati, ma ho voluto fare con artisti diversi dal solito. In realtà pensavo di mettere una canzone dei Gallagher (tra quelle che mi hai citato nel commento della puntata 30) ma poi mi sono ricordato di “Broken Machine” e ho deciso di mettere quella per cambiare un po’.
Grazie per avermi ricordato di aggiungerle alla playlist Spotify, mi dimentico quasi sempre…
Un saluto,
Richard 🙂