Finalmente ecco la recensione di uno degli album più iconici di Taylor!
“Speak Now” è uscito nel 2010, in risposta a quanti la criticavano, dicendole che non scriveva le sue canzoni da sola. Ha scritto un album intero di canzoni scritte solo da lei, ad eccezione di “If This Was A Movie” scritta con Martin Johnson, ma che nella riedizione dell’album ri-registrato non è stata inserita. Tutte le canzoni presenti in “Speak Now (Taylor’s Version)” sono state scritte dalla stessa Taylor; la cantante ha rilasciato come singolo “I Can See You (Taylor’s Version) (From The Vault)” e diversi singoli promozionali, tra cui “Timeless”, “Long Live”, “The Story Of Us” e “Sparks Fly” (tutti rigorosamente “Taylor’s Version”).
Vediamo insieme la recensione track-by-track dell’album:
1) Mine (Taylor’s Version) : La canzone dipinge la protagonista come figlia di una coppia divorziata, che non crede nell’amore, ma che finalmente lo trova. Oltre al testo, molto romantico, la musicalità pop-rock della canzone è perfetta, la chitarra suona benissimo su questo pezzo!!! E la voce di Taylor si adatta benissimo. Anche le background vocali sono studiate alla perfezione. Ottimo lavoro!
2) Sparks Fly (Taylor’s Version) : Un’altra canzone di amore, certo Taylor è sempre pronta ad una rottura (“Dammi qualcosa che mi perseguiterà quando non ci sei”) canta, ma la canzone spiega come questo ragazzo misterioso dagli occhi verdi abbia scintille nei suoi occhi quando la guarda, e ogni volta che Taylor lo vede non riesce a non restarne a sua volta affascinata, definendolo affascinante come “uno spettacolo pirotecnico”. La canzone è un bel pop-rock, con una batteria che tiene il ritmo e Taylor che ogni tanto gli sfugge, e lo predomina. Taylor non è fuori tempo, fuori ritmo, fuori flow, ma è lei che lo determina completamente. Nel secondo verso la voce della cantante si fa più leggera, mentre nel ritornello è molto più attiva e potente! Complimenti a Taylor per questa canzone d’amore. La parte strumentale tra la frase “whenever you smile” e il ponte è incredibilmente rock! Insomma una Taylor più attiva del solito. La canzone prosegue con delle background vocali maschili, di Mike Meadows, e termina con un assolo di chitarra meraviglioso.
3) Back To December (Taylor’s Version): In questa canzone, Taylor spiega quanto sia dispiaciuta dalle sue azioni, avvenute a Dicembre, e capisce che ama ancora il ragazzo che lei ha offeso a Dicembre, e quindi ritorna con la mente sempre a quel periodo, ingoiando l’orgoglio. La canzone ha un ritmo molto bello, e anche la canzone lo è, ma c’è qualcosa che proprio non va: l’intonazione di Taylor. Sembra che intoni più una canzone natalizia, invernale, che una canzone d’amore semi-tragica, infatti non trasmette le emozioni che dovrebbe trasmettere e che hanno trasmesso le due tracce precedenti.
4) Speak Now (Taylor’s Version): In questa canzone, title-track dell’album ma con un significato diverso, parla di come il prete durante il matrimonio dica “Se qualcuno ha qualcosa in contrario parli ora”. E Taylor lo fa. Taylor non vuole perdere il ragazzo che ama, e lui sta per sposarsi, ma lei vuole impedirglielo, e convincerlo a tradire il giorno stesso del suo matrimonio. L’intonazione di Taylor sulla canzone non trasmette molte emozioni, è abbastanza piatta, e non sembra nemmeno un ri-registrazione, ma solo una canzone cantata da una ragazzina, con una voce divertita e un po’ simile a Britney Spears. Non so, questa canzone sembra qualcosa di perso, un’occasione sprecata per Taylor, che, effettivamente, poteva fare di più.
5) Dear John (Taylor’s Version): La canzone è una lettera di vendetta nei confronti del suo ex John Mayer. Perfetta, vendicativa ma compassata, calma, dove Taylor non usa una voce cattiva come in altre canzoni che trattano vendetta, “Vigilante Shit” per esempio, ma fa capire benissimo che non soffre, che il suo risentimento è contenuto, ma che John (per lei) è uno stronzo. Ottima canzone!
6) Mean (Taylor’s Version): La canzone, molto simile all’originale – per vocalità- anche se si sente che la voce è un po’ più matura, è molto bella. Taylor utilizza un tono scanzonato per prendere in giro il “cattivo” ed evidenziare il suo successo, sfruttando la tattica di sminuire chi le ha fatto del male. In un album di canzoni scritte solo da lei, dove dice ai critici “parla ora” nel titolo (che può essere inteso anche al plurale, dato che non c’è pronome) una canzone dove Taylor dimostra di avere successo nonostante tutte le cattiverie è ottima. Una canzone che parla di riscatto, e self-empowerment.
7) The Story Of Us (Taylor’s Version): La canzone inizia con un arrangiamento di chitarra fantastico! La Taylor’s Version eguaglia la precedente, la supera. La parte strumentale è fantastica, e la voce di Taylor suona fresca sul pezzo, innamorata in un primo momento, furiosa in un secondo. Una canzone di rottura perfetta, poi quando dice “The End”, e la canzone si conclude si ha un momento topico. Complimenti Taylor!
8) Never Grow Up (Taylor’s Version): Nei testi, Taylor dice a sé stessa che non sarebbe mai voluta crescere. La voce suona malinconica, e Taylor suona semplicemente perfetta sul pezzo, quasi quasi scende una lacrima anche a me, ascoltando questa canzone. Ricorda la mia infanzia, i momenti felici, e mi ricorda di mia madre (che non c’è più). Una delle canzoni meglio riuscite dell’album a livello interpretativo.
9) Enchanted (Taylor’s Version): La canzone trasmette la sensazione dei primi amori, e mi ricorda un po’ alcune atmosfere da “Lover” e “Folklore” miste insieme. Non è male, forse un po’ lunga, ma non è una brutta canzone. Il ponte e la parte strumentale subito prima sono fantastici. Anche la parte dove la voce è ovattata da dei sintetizzatori, è qualcosa di interessante. Nel complesso non è una brutta canzone, ma dura 5:53 un po’ troppo per dire “ero incantata di conoscerti” non so quante volte…
10) Better Than Revenge (Taylor’s Version): La canzone, con il testo leggermente modificato rispetto a quello del 2010, è un bel rock, ritmato e potente. La canzone parla di come un’altra ragazza le abbia “rubato” il ragazzo, quindi ora lei si vendicherà della sua rivale, perché – come dice Taylor – “Dovrebbe tenere a mente, dovrebbe tenere a mente
che non c’è niente che io faccia meglio della vendetta” – ed effettivamente sotto forma di canzone le viene bene!
11) Innocent (Taylor’s Version): La canzone è una lunga accusa a Kanye West, per quello che le ha fatto ai VMA del 2009. È una ballad lenta e triste, dove Taylor lo accusa del fatto che dopo tutto ciò che ha fatto, appare ancora innocente. La canzone non è brutta, ma il ritmo è abbastanza noioso, mentre la voce di Taylor è sofferente…Non saprei come giudicare questa traccia, che ha anche – tra le altre colpe – quella di trovarsi fra due tracce rock.
12) Haunted (Taylor’s Version): La mia canzone preferita dall’album (insieme a “Sparks Fly” e “I Can See You”). Penso che questo sia il brano più rock che Taylor abbia mai fatto! Dal vivo poi suona ancora meglio, e Taylor si impegna di più vocalmente. Bellissimo pezzo, che parla di un amore fragile e “infestato” dalla presenza di un ragazzo che non è ciò che sembra. Non è quello che la salverà, ma quello che le ruberà il fiato come una presenza spettrale…Il termine haunted in Inglese significa “infestato, perseguitato” ma da qualcosa di non umano, solitamente fantasmi, spettri e demoni. La canzone è terrificante e bella al contempo. Complimenti a Taylor!
13) Last Kiss (Taylor’s Version): Taylor dice che la sua storia d’amore è finita, e questo è l’ultimo bacio, e il nome del suo fidanzato le resterà sulle labbra per sempre… Una canzone lenta, noiosa e abbastanza stupida per parlare di un break-up, ma va considerato che è stata scritta da Taylor nel 2010, quando aveva 21 anni… Era ancora un po’ superficiale in certi contesti. In qualsiasi caso, è la traccia più noiosa dell’album, che trovo quasi filler.
14) Long Live (Taylor’s Version): Una traccia esplosiva, che si carica di giro dopo giro, con Taylor che canta in modo eccezionale, trasmettendo la sua emozione di felicità. Il tutto esplode nel coro, con un ritornello che ricorda le canzoni di una sua grande fan – ma entrata nel mondo musicale dopo – Cassidy-Rae Wilson. Il “Long Live” ricorda molto “Cheers Y’All!” l’inno di Cassidy. Torniamo a Taylor. La canzone d’amore, forse un po’ lunga, (5:18) parla della sua città e del suo amore. E del futuro, nel caso dovessero dirsi addio, chiede al suo ex di ricordarla ai suoi figli. Insomma la storia d’amore più intensa di Taylor? Forse, anche se non la più duratura. La canzone è un ottima miscela pop/rock. Canzone approvata.
15) Ours (Taylor’s Version): Probabilmente dedicata all’ex John Mayer, di cui parla di vendetta nel pezzo “Dear John”, qui invece parla di amore puro e sincero. Il video originale da “Speak Now” è molto bello, ma questa canzone è davvero simpatica. Una ballad lenta ma scorrevole, leggera. Singolo perfetto, canzone allegra. Approvata, soprattutto nel ponte… (quando nel 2010 sapevano ancora fare bene i ponti).
16) Superman (Taylor’s Version): Una canzone d’amore, dove Taylor dice che quest’uomo deve salvare il mondo, mentre lei lo aspetterà da una finestra. Una canzone bellissima, vivace, pimpante, che ricorda la gioventù e l’infanzia. La adoro, sembra la sigla di un cartone animato, mi riporta indietro nel tempo…
Qui si interrompe la prima parte della recensione all’album “Speak Now”. Le rimanenti sei canzoni “From The Vault” faranno parte della seconda parte che verrà pubblicata a breve!
Fatemi sapere nei commenti cosa pensate di queste canzoni, e della mia recensione!